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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Drops & Time

​È l'una, fuori piove e lui ha terminato il suo compito, è fradicio e stanco ma continua a sfidare il suo destino. È in cerca di una casa.. della Sua casa.. Non è il freddo a fermarlo non è la pioggia a ostacolare i suoi passi, non è la paura ad annebbiare il suo sguardo.. anzi in realtà adesso nulla può fermare l'innaturale cambiamento del suo fato, è Lui, lui e nessun'altro a camminare. È l'una e tredici e lui si guarda intorno, decide di entrare, nulla è con Lui e ormai nulla e contro di Lui, allora entra. Spinto dal sesto senso e dall'incoscente sicurezza di un vincitore mette la mano sul pomello e con un gesto degno di un ladro entra. È l'una e trenta e Lui La guarda dormire sensa rompere il silenzio soave delle gocce di pioggia che si infrandono sul ciglio delle imposte.. Lui è in piedi, l'aria vibra e il tempo muta assieme al pensiero che Lei Lo stia sognando. È mezzanotte, Lui siede ai piedi del letto e Le da le spalle mentre poggia il capo all'estremità del letto, non vuole svegliarLa. È nuovamente l'una e Lui è assieme a lei, finalmente i due sognano insieme mentre le note del silenzio continuano a suonare, la mente non è altrove. La sua mente è statica adesso, è immutevole nei confronti del futuro e così si fa abbracciare da Morfeo che lo accompagna nell'io di Colei che è accanto a Lui. I due si guardano il Suo sguardo è sereno.. la sta abbracciano col suo sorriso, Lei è ammaliata da quel sorriso, ma i due restano immobili e questo non basta. Lui fugge, si sveglia, sono le quattro e trenta e la pioggia smette, aspetta il sole Lui. Vuole farlo! Vuole porre fine alla stacità del sui pianto, vuole stringerla vuole toccarla e prendersi ciò che adesso può essere parte del suo cuore. Sono le 5, si avvicina a Lei.. Distente il breccio verso il suo viso e Le sfiora il collo, comincia a muovere il polso verso li suo viso e le sfiora le guance. Sono le sei, si sveglia. Il suo sguardo è identico a prima.. traspare impotenza silenzio e Lui si avvicina la sta guardando, sorride, rompe il silenzio, parla. Sono le sei e tredici, pronuncia le parole " Buongiorno, è finita". Lei capisce.. piange di nuovo.. Ma la sua mano gli tocca la spalla, le lacrime cessano, l'alba sorge lenta attraverso i loro occhi, Lei fissa la propria mano.. e porge l'altra a Lui. I due si avvicinano i loro occhi sono focalizzati.. i due si baciano. Sono le sei e mezzo del mattino, il sole sorge.

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La straordinaria storia di Sir.Artur.Wallas - Parte 2 -

​Wallas non aveva un grande successo con le ragazze, anzi, potremmo dire che era un impedito cronico, un buffone, un giullare di corte, spesso un pervertito, con uno spiccato senso del cattivo gusto negli approcci.
L'approccio tipico del Wallas, almeno fino ai diciassette anni, comprendeva una palpata di sedere e una risata goffa a cui si aggiungeva un dolce e soave ' Wè bel culo ! ' - con tanto di grattata al naso per condire il momento idilliaco -
Eppure, dal suo incontro con Edoardo, le cose iniziarono a cambiare per il nostro eroe; Wallas presentava un nuovo outfit più giovanile e piacente: taglio di capelli alla moicana, magliette del footlocker, jordan, finto snake al collo e un viso sbarbato, pulito.
Non era però così tamarro come potrebbe sembrare, anzi, vestito elegante - glielo imponeva Edoardo - faceva la sua bella figura, sembrava interessante, aveva qualcosa che non lo faceva apparire come un perfetto idiota.
Perchè vestirsi eleganti chiederete.
Nella Milano anno 2010, i Pr , erano i nuovi risvoltinati : Tanto presi in giro, quanto piacenti agli occhi delle ragazzine più giovani. Se eri un Pr, quasi sicuramente, avevi timbrato la tua scopata ogni sabato e venerdì sera. E poi guadagnavi soldi, alcuni ne guadagnavano anche parecchi. Era uno status symbol, un modo differente di vivere, una strada alternativa.
I Pr si radunavano in bar molto ' in ' ogni pomeriggio di ogni giorno feriale, sorseggiavano aperitivi eleganti, scambiavano numeri, prevendite, clienti... ragazze immagine. La ragazza immagine era la modella fallita, quel tipo di ragazzina spesso minorenne, che veniva pagata una cinquantina di euro per mostrarsi mezza nuda a ballare sui cubi dei locali e accattivare i giovani arrapati al fine di fargli spendere il più possibile, in drinks e bottiglie. E non si poteva dire che non fossero belle, anzi, alcune erano davvero ' eccitanti ' . Nella giusta atmosfera, con le giuste luci, le loro pance scoperte, i loro piercing in vista che brillavano come a chiamarti, come per dargli un morso, erano terribilmente sexy.
Ammetto che io ed il Wallas avevamo e abbiamo tutt'ora, gli stessi gusti in fatto di donne... e si potrebbe dire che siamo entrambi feticisti accaniti dei ventri piatti e sensuali con annesso un bel pendente.. Insomma in un certo senso, quel tipo di ragazze immagine avevano senso di esistere per invogliare clienti come noi due. Ma il Wallas non era un cliente.
Il Wallas era diventato un Pr di discreto successo, forse, tra i più rinominati di tutta Milano. E sapete cosa lo rendeva il Pr perfetto per ogni gestore ? Sapeva fare il suo lavoro, probabilmente era l'unico lavoro che avrebbe saputo svolgere così efficientemente.
Aveva tutte le caratteristiche di un Pr che si rispetti : Stalker a livelli impossibili, finto elegante ruffiano, maniaco ossessivo e depravato, tale da conoscere i nomi e cognomi di ogni bella ragazza compreso indirizzo, numero di telefono, numero del suo fidanzato... Era un guardone cronico.
Non esagero a dirvi che in discoteca lui sapeva dirvi qualsiasi cosa su qualsiasi cliente. Ricordava persino i cocktail preferiti e i budget dei loro portafogli. Il resto, passava nelle mani di Edoardo, un ragazzo affascinante e capace a spillarti fino all'ultimo centesimo pur di farti illudere di star facendo la cosa più giusta per essere trendy, per farti notare... E in un'epoca milanese in cui farsi notare voleva dire raggiungere il più alto scopo della propria vita, le ragazze, si offrivano volentieri di fare servizietti poco onorevoli ai Pr, in cambio di qualche free-drink, di un timbro per il Privè e di un tavolo riservato. Inutile dirvi, che in quegli anni, il Wallas, se le faceva TUTTE. E non doveva neanche farsi lo sbattimento del provarci, dico davvero, gli si fiondavano addosso come pioggia. 
Ricordo ancora, la faccia goffa del Wallas, e il suo doppiomento stretto dalla cravatta, gioire in un angolo appartato del club Toqueville, mentre una tettona rossa di capelli - che non nego, mi faceva un sesso tremendo - si appoggiava il suo pisello egiziano tra la sua mercanzia e lo trastullava bellamente. Per alcuni, tipo quelli come me, potrebbe essere deplorevole e imbarazzante il fatto di riuscire a rimorchiare delle minorenni pronte a svendersi pur di tornare più sbronze a casa il Sabato sera. Eppure, per il Wallas non lo era affatto, anzi, era motivo di vanto. E se pensiate che fosse stupido questo vanto, va ammesso che invece, il continuare a vedere questo soggetto che si limonava e si palpava le ' celebrità fallite di una notte ' , non faceva altro che attirare continua attenzione su di lui.
E l'attenzione, nel bene e nel male, incuriosisce, affascina, è qualcosa che non puoi negare.
Forse per questo, Ginevra, gli lanciò un sorriso, uno sguardo di troppo, un gesto che segnò l'inizio, di una dolce apocalisse, di un incontro fatale, di un battito d'ali che spegnerà il mondo. O almeno, il mondo del Wallas.
Ginevra era indubbiamente la donna più splendida che il nostro amico egiziano potesse mai desiderare. Era quel tipo di bellezza elegante, alla Lady Diana, ma con connotati moderni e atipici. Di famiglia enormemente ricca - il padre lavorava come orefice - dotata di un gusto eccezionale e aristocratico, la più brava studentessa del suo liceo classico, faceva scherma ed era molto portata per quasi ogni attività fisica e mentale. Che cosa ci trovasse una come Ginevra nel Wallas, è un'enigma degno del Codice Da Vinci.
Se glielo chiedete, lui risponderà: " Sapeva che ero pazzo come lei. Giovane e pazzo. "
In effetti, negli occhi cristallini di Ginevra, si intravedeva quel sottile strato di psicopatia e instabilità. Qualcosa che davvero metteva i brividi, una strana freddezza d'animo, una connessione assente, qualcosa c'era di troppo e di meno allo stesso tempo.
Erano occhi pronti ad uccidere e non scherzo nell'affermarlo.
Eppure, Ginevra ed il Wallas risuonavano come anime complementari. Lui, le dava quel fastidio rozzo a cui lei non era abituata. Quella puzza, quell'ignoranza, quei posti grezzi e sciatti dove la portava ogni pomeriggio. Le dava in questo il brivido della sincerità. Come a mostrarle che il mondo non era fatto solo di apparenza e bei gioielli.
Lei, invece, lo istruiva, gli metteva apposto la spalline della giacca, lo portava a cavallo - o almeno ci provava ad insegnargli ad andare, dato che il Wallas a cavallo era agile come una melanzana in padella - e gli offriva persino ripetizioni di lettere e filosofia.
I loro estremi eccessi, le loro diversità marcate,  si scontravano però di frequente. Gli scontri erano simili a risse tra Nazifascisti e Comunisti, forse, persino più violente e decise! Si picchiavano, si picchiavano davvero, si rincorrevano tra i buttafuori durante il lavoro del Wallas, si sputavano in faccia davanti al liceo di Ginevra, si lanciavano borsette, scarpe, calici di vino, transenne.... Se vi sembra assurdo, vi basti pensare che Ginevra lo investì sotto una macchina.
Quella era la follia che tanto li attraeva.
Due squilibrati, pronti a tirar fuori le litigate più mostruose partendo da un semplice disaccordo sull'orario in cui vedersi. E se magari qualcuno aveva guardato Ginevra, o qualcuna si era fatta palpare dal Wallas, non vi lascio immaginare cosa poteva venirne fuori.
Per il Wallas, se qualcuno guardava Ginevra, era comunque motivo di lite, poichè ' Ginevra ti sei messa apposta vestita così per farti notare come una puttana ' . E anche ammesso che erano riusciti a chiarire la litigata di prima - tra fiumi di pianti e pugni dati alle cler, della durata di due giorni circa - alla litigata successiva, avrebbero ritirato di nuovo fuori tutto.
Erano fatti così, troppo distanti per non rinfacciarsi tutte le cose sbagliate dell'altro, in continuazione. Per questo, alla lunga, la relazione divenne sfiancante.
Due anni insieme. Due anni insostenibili.
Il rammarico. La stanchezza. Qualcosa che iniziava a pulsare come un'idea che quella volta, sarebbe stata l'ultima.
E poi riprendersi ancora ed ancora, sempre più a fatica, sempre più con la fame che bucava i loro corpi scalzi.
Un'insostenibile malattia....
Ginevra si ammalò.
Ma Ginevra nasceva sotto il segno del leone , ed ogni leone - come me d'altronde - esige la sua vendetta fredda, una vendetta che profuma di tradimento e gelosia, una freccia che punge più in là di quanto non si voglia, una ferita di delusione che l'altro non riuscirà a cicatrizzare facilmente. Ginevra iniziò a tradire il Wallas.
Il problema...
è che iniziò a tradirlo con me.

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...

​Il destino a volte è crudele. Quella mattina non avevo nessuna voglia di vederti e all'improvviso mi sei caduta davanti agli occhi più bella che mai. Eri davanti a me e con una noncuranza disarmante continuavi a parlare di te e di come era bella la tua vita, per evitare di fare l'ingrato annuivo a tutto ciò che dicevi. Senza nemmeno accorgermene stavo pendendo dalle tua labbra e annuivo con uno dei miei migliori sorrisi, non curante di tutto ciò che c'era intorno a me, volevo che la mia testa non fosse lì ma su qualsiasi altro poston, non è stato così e mi sono perso in te. Non volevo nemmeno guardarti ma mi sono ritrovato a darti attenzioni che per te erano banalità, mi stavi guardando come un tuo carissimo amico ed io ho retto il gioco senza dir nulla, con la mia solita maschera infrangibile. Mi stavi distruggendo ma il finto sorriso nascondeva tutto, volevo mandarti a fanculo ma ti guardavo costantemente nei tuoi occhi nocciola nascosti da grandi occhiali. Ti stavo guardando come tutte le ragazze vorrebbero essere guardate, ma tutto questo non ti sfiorava minimamente, ogni singola parola che usciva dalla tua bocca mi pugnalava il cuore, mi guardavi con un semplice conoscente e tu così accecata da tuo immenso ego, cadevi sempre più all'oscuro di tutto.

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La straordinaria storia di Sir.Artur.Wallas - Parte 1 -

​Che poi, chi è il Wallas?
All'anagrafe si chiama Alessandro, ma è egiziano di famiglia. Secondo nome Walid, trasformato in Wallas, Wallabis, Egypt, Kabiro, Napapijiri ( come i giubbotti ) , Deforme, Mostro , Unto e via dicendo. Non è cattiveria, è che il Wallas è sempre stato quel tipo di soggetto così strano e buffo da meritarsi tanti soprannomi a seconda delle cazzate che faceva. No anzi, in realtà, non erano le cazzate. Erano le espressioni facciali che gli uscivano in certi momenti, ed essendo lui un uomo dal cervello e dalle dimensioni del cranio molto piccole, di solito erano sempre i momenti in cui faceva cazzate. Sai quella faccia mezza scema, un po' da persona stramba ? Ecco era la sua.
Però scemo, non lo era affatto... O meglio sì, ma era una persona astuta e furba. Ambizioni degne di Lorenzo il magnifico.
Sognava la vita dei grandi ricchi, li ha sempre osservati fin da piccolo. Ragazzi, uomini, di vite reali e di fiction, personaggi e amici, che avevano così tanti soldi e così tanto lusso, da fargli una tale gola dal volerli imitare a tutti i costi.
Probabilmente la frase che potrebbe descrivere il suo mantra di vita è sempre stata: Se puoi vestirti come lui, puoi essere lui. Pensa come lui, muoviti come lui, agisci come lui e sarai lui.
E lui, ha sempre emulato queste persone dal grande portafoglio, ma con scarsi risultati.
Non lo avresti detto però, guardandolo , che era davvero così rozzo e ignorante. Quindi, si potrebbe dire, che il suo esperimento riusciva bene, almeno finché non apriva la bocca... In quel momento, capivi, tutto il grottesco della sua imitazione. Era poco credibile. Spesso sentiva parole difficili e le riproponeva in frasi totalmente insensate. Ad esempio, cito testualmente il Sir Wallas durante una giornata da Zara : " Questa giacca è Caustica! " Però sapeva vestirsi bene. Sicuramente meglio di me. E a questo ci ho sempre pensato, mi sono sempre detto: Non è incredibile? Tu che sei così colto e intellettualmente raffinato ti vesti come un barbone, lui ha completi con bretelle e pantaloni su misura degni di un'imprenditore di alto successo.
E' da quando iniziò a lavorare come Pr - anche se lui, ad oggi, continuerebbe a dirvi che ha lavorato come gestore - che le faccende iniziarono a diventare davvero deliranti...
Lì, iniziò a scoprire il fascino dell'eleganza, sempre emulando gli altri. Il suo capo, tizio strano più di lui, aveva la mania per l'oro e gli orologi. E così, nel giro di poche settimane, il 18nne Wallas aveva ai polsi un falsissimo Rolex finto oro che pesava più del suo polso. Però se la cavava. Se la cavava davvero. Se provavi a dirgli che era finto, avrebbe trovato il modo di farti credere che non lo fosse. O meglio, avrebbe trovato qualcosa da dire che non potevi dimostrare che non fosse così, anche se era palese il contrario. Tipo quelle persone che sai che stanno mentendo, ma hanno una storia inattaccabile per cui non vale la pena spenderci energie per dimostrare il contrario.
Lui era un grande racconta storie. L'unico uomo riuscito a spacciarsi per dottore laureato, al primo appuntamento con una figlia di un vero medico. Probabilmente nessuno gli credeva, ma non riuscivi a volerlo demolire, era troppo buffo per incitarti cattiveria. Come in Big Fish.
Una volta corse da noi ragazzi in un bar di Corso Como, in pieno pomeriggio, con tanto di ventiquattrore e occhiali finti Rayban. Si mise al centro del locale, disse che offriva da bere per tutti e al nostro stupore di quel gesto lui rispose ' Signori, posso farlo perché abbiamo appena ereditato la villa di mio zio in California. Mio zio, era un ricco magnate californiano che si occupava della coltivazione di tabacco.... ' E continuava la storia.
La realtà, è che aveva messo da parte tutti i soldi della paghetta settimanale per spenderli in un solo colpo, in birre offerte ad una ventina di persone o più. E lo fece, perché al tavolo dietro c'era una sua ex che l'aveva malamente scaricato. Insomma, voleva farsi notare. Questo dico, non potevi non volergli bene al Wallas. C'era tanta tenerezza dietro le sue stronzate.
Non aveva particolari interessi e questo è forse quello che più di tutto l'ha rovinato, più della droga, della solitudine, della cattiveria del mondo. Ascoltava la musica che andava di moda, ma solo quel tipo di moda che nasce, non la moda che è diventata troppo comune. Un esempio? Fedez ai tempi di ' Ti vorrei dire che va tutto bene ' , mollato poi dal Wallas dopo ' Il cigno nero ' e gli album seguenti. Passando per Carl Cox, Deadmau5, persino Marco Carta, ma solo per un breve periodo… poi, faceva ' finocchio ' - diceva.
Giocava a calcio, ma in modo mediocre. Nessun talento per niente, aveva una bella calligrafia, ma non sapeva come sfruttarla. Fermato alla terza media, piccola casa, a volte lo vedevi grattarsi l'ombelico sul balcone e ruttare di gusto in pieno pomeriggio. Ecco quello era il vero Wallas. E quello che lo rendeva unico era vedere come si spacciava per un finto galante ogni volta che ci fosse una donna nei dintorni. Andava in un ristorante, e stai sicuro che avrebbe provato sforzandosi con tutto se stesso a tenere il calice di spumante nel modo più consono al galateo, anche se poi, si dimenticava le basi, come il sedersi dopo la donna accompagnata...
Nella sua mancanza di grandi interessi, e grandi qualità, va però detto che era una persona molto generosa, almeno le prime volte che lo conoscevi. Dopo, provava a scroccarti ogni cosa possibile ed immaginabile, persino i fazzoletti Tempo, benzina, tappeti ( gliene serviva uno per camera sua ) , auricolari e non parliamo delle sigarette... l'ho visto scroccare di tutto cazzo, però, glielo concedevi. Perché quando aveva, comunque dava tutto ciò che gli era possibile; se solo avesse avuto più spesso magari, sarebbe andata anche meglio. Ma la povertà non è una colpa per nessuno, tanto meno per il piccolo Wallas. Un tonto, un ingenuo, un bonaccione dal cervello bacato e per giunta in miseria economica. Sarebbe stata una bella storia, simpatica forse, ma...
Ma il mondo è un posto cattivo Alice, diceva il bianconiglio.
E le persone come Wallas, sono le prime a finire nelle fauci dei lupi. E per quelle persone, io,
ho perso un amico...
per sempre.

- Fine parte 1 -

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Lettere di un amore (im)perfetto

​Non sono bravo a scrivere d'amore tutti i miei racconti più belli parlavano di sesso e di violenza,ma quando si tratta di te è tutto diverso. Non sono bravo a farmi capire dalle persone,ma quando si tratta di te è tutto diverso. Non sono bravo ad amare,ma quando si tratta di te è tutto fottutamente diverso. È tutto diverso perché grazie a te ho imparato a scrivere cose che neanche Dante e Petrarca hanno scritto per le loro donne amate. È tutto diverso perché grazie a te che con uno sguardo riesci a capirmi e a volte sembra che tu sia nella mia testa e non ho bisogno di spiegarmi in mille modi basta un silenzio che parla più di mille parole. È tutto diverso perché con te ho imparato ad amare in un modo così naturale e spontaneo che sembra quasi sia nato per farlo. Beh forse un po' in fondo è vero magari sono stato creato per amarti per farti sentire speciale per farti sentire unica,magari,tu speciale e unica lo sei a prescindere ma io ci sono per ricordartelo. Io ci sono per proteggerti Io ci sono per farti ridere Io ci sono per guardarti come un artista guarda la sua opera d'arte appena terminata Io ci sono per...te Esatto,Io ci sono per te e basta. A prescindere dai luoghi comuni,dalla distanza,dai litigi,dalle mille insidie. Io ci sono perché così deve essere. Te l'ho detto io non sono bravo a fare niente ma quando si tratta di te tutto è diverso. 

-Shadow

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